Dublino,
ovvero “l’erba del vicino è sempre più verde”.
Di quel verde brillante, quasi accecante, che fino alla scorsa estate avevo visto solo in photoshop.
Di quel verde brillante, quasi accecante, che fino alla scorsa estate avevo visto solo in photoshop.
L’alternarsi del sole e delle frequenti piogge che bagnano
la capitale irlandese, rendono Dublino
in agosto, un tripudio di natura, con i suoi parchi in pieno centro (Saint
Stephen Green su tutti), fatti di grandi aiuole fiorite, laghetti, alberi sotto
i quali farsi un pisolino e ampi spazi dove scorrazzare in bici.
Partiamo sempre dal presupposto che io sono estremamente esterofila, quindi appena esco da Milano e visito un po’ l’Europa, tutto mi sembra più bello e attraente (ammettiamo anche che ci vuole poco, perché appena vedi l’efficienza dei mezzi pubblici di Londra o i prezzi dei ristoranti in Spagna, resti incredulo ogni volta).
Cercando di essere più obiettiva, vi dico che Dublino merita davvero una visita: ci
ha conquistati per la sua vivacità, perché nonostante sia una capitale tutto
sommato piccola, racchiude tanti elementi “positivi” che la rendono una meta
più che consigliata per un breve viaggio in Europa.
Ciò che ti colpisce della città è che è sempre in
fermento, piena di giovani (turisti ma anche studenti del Trinity College) e piena di musica: quella che esce dai pub di Temple Bar, che ospitano quasi ogni
sera dei live, o quella suonata fuori, dagli artisti di strada che affollano i
vicoli del quartiere più movimentato di Dublino.
Dublino è attraversata dal Liffey che divide la città tra nord e sud: numerosi sono i ponti che attraversano il fiume, alcuni pedonali come il famoso Ha’Penny che porta nel cuore di Temple Bar, altri invece trafficati come O’Connell Bridge, che collega la sponda sud alla famosa omonima via, meta dello shopping cittadino.
Dublino è attraversata dal Liffey che divide la città tra nord e sud: numerosi sono i ponti che attraversano il fiume, alcuni pedonali come il famoso Ha’Penny che porta nel cuore di Temple Bar, altri invece trafficati come O’Connell Bridge, che collega la sponda sud alla famosa omonima via, meta dello shopping cittadino.
Vi consiglio di
visitare queste ultime perché meritano entrambe, le cripte sono aperte al
pubblico con tanto di esposizione di “tesori” d’epoca.
Fortuna vuole che ci piaccia la birra (!!) e questa è una delle tappe fondamentali per noi appassionati di luppolo.
La Guinness Brewery
è a metà tra un museo e un parco divertimenti: la trasformazione delle materie
prime nella pinta “nera” più famosa del mondo, ma anche la storia dei proprietari
del marchio, di com’è cambiata la comunicazione dei media nel corso degli anni e
il mondo della pubblicità.
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L’ultimo piano dell’edificio è dedicato al Gravity Bar,
dove verrete omaggiati con una pinta da gustare osservando Dublino dall’alto, grazie alla mega
vetrata con un panorama a 360 gradi sulla città.
Certo forse non mi trasferirei qui a vivere, Dublino ha circa 160 giorni di pioggia all’anno e la nebbia dev’essere peggio di quella della val padana.
Ma l’atmosfera che c’è ogni sera d’estate nel quartiere
di Temple Bar, i navigli di Milano se la sognano.
"Coming soon" la seconda parte del nostro resoconto con la Dublino
"mangereccia" e i pubs che non potete perdere!
Have a good stay!
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